I posti sono limitati, prenotazione obbligatoria a eventifla@flanet.org
Dopo le tante missioni robotiche verso Marte, alcune delle quali in atto, si sta seriamente pensando a una missione con equipaggio, una sfida mondiale che comporterà scelte ancora in predicato. Visto però che l'esplorazione dell'unico pianeta su cui possiamo ragionevolmente pensare di trasferirci potrebbe rappresentare non solo un sogno, ma una dolorosa necessità, bisognerebbe metterla in calendario: quando, si vedrà.
Nata a Gallarate il 20 aprile 1937. È stata la prima donna in assoluto, in Italia, a laurearsi in ingegneria aereonautica. Raggiunse questo traguardo con la votazione di 110L presso il Politecnico di Milano, dove poi insegnò meccanica orbitale.
È una delle figure più esperte a livello internazionale nel settore dell’ingegneria aerospaziale. E’ anche consulente della NASA, dell’ASI e dell’ESA e fu Principal Investigator responsabile dello strumento SD2 sulla sonda spaziale Rosetta.
Dal febbraio 2021 il rover Perseverance della NASA si trova sulla superficie di Marte per raccogliere campioni di suolo marziano. Il 21 dicembre scorso ha depositato il primo tubo contenente il materiale raccolto. La campagna NASA-ESA Mars Sample Return ha lo scopo di portare sulla Terra questi tubi nella prossima decade per rispondere alla seguente domanda: C'è mai stata vita su Marte?
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Il dottor Marco Dolci ha conseguito il PhD in Ingegneria Aerospaziale e Sistemi di esplorazione robotica - Meccanismi di manipolazione orbitale, presso il Politecnico di Torino. Possiede anche una laurea specialistica in Ingegneria dei sistemi di esplorazione robotica, meccanica orbitale, determinazione di altitudine e sistemi di controllo, ambiente spaziale, payloads e CubeSats presso la stessa università. Ha precedentemente conseguito anche la laurea specialistica in Fisica presso l'Università degli Studi di Milano
Dal 2017 lavora nel Gruppo di Vehicles and Manipulators nei progetti di volo presso NASA-JPL, in qualità di Ingegnere dei Sistemi di Robotica, nell'ambito della missione NASA Mars Sample Return.
Milano e Marte sono legate da un filo, che parte dall'Osservatorio di Brera, nel cuore della città dove Giovanni Schiaparelli, direttore dell'Osservatorio, iniziò a osservare il pianeta rosso il 23 agosto del 1877 e continuò fino al 1900. Schiaparelli si addentrò sul pianeta come un esploratore su una terra sconosciuta, utilizzò nuovi criteri di osservazione, delineò le grandi strutture sulla superficie di Marte ma si addentrò anche nella minuziosa descrizione dei famosi "canali". Esploreremo la sua avventura, tra scritti di estremo rigore scientifico e affascinanti pagine divulgative dove saranno i "marziani" a farci compagnia.
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Agnese Mandrino è responsabile della biblioteca e dell'archivio storico dell'Osservatorio astronomico di Brera, dei quali ha compilato il catalogo e l'inventario. Ha curato numerose mostre di materiale astronomico antico in Italia e all'estero, collaborando con importanti istituzioni scientifiche e culturali.
È curatrice della rubrica "Cieli d'inchiostro" sul Giornale di Astronomia, edito dalla Società astronomica Italiana e autrice di articoli e saggi sulla storia dell'astronomia a Milano. Presso l'Osservatorio si occupa anche delle visite guidate al patrimonio storico.
La radiazione è uno dei principali ostacoli all’esplorazione umana dello spazio e dei viaggi interplanetari, lontano dalla protezione dell’atmosfera e del campo magnetico terrestre, mettono a rischio la salute degli astronauti anche per il livello di radiazione a cui sono esposti. Cosa si può fare per limitare il pericolo e non abbandonare l’idea di viaggiare verso Marte?
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Professore di Fisica Applicata presso l’Università di Pavia, si occupa dei meccanismi di azione e degli effetti della radiazione ionizzante sulla materia biologica. In particolare, dedica i suoi studi alle applicazioni mediche della radiazione, ad esempio per il trattamento dei tumori, e alla comprensione del rischio dovuto a esposizioni di tipo accidentale o lavorativo.
In questo contesto, si occupa anche del rischio alla salute degli astronauti legato al particolare ambiente di radiazione dello spazio profondo. Ha partecipato a diversi progetti di ricerca sul tema, e in particolare ha coordinato il progetto PERSEO, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, che ha portato al design e test in orbita, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, di un prototipo di tuta spaziale piena d’acqua per proteggere gli astronauti dalle particelle solari.
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